Oggi, patologie quasi irreversibili come alopecia e calvizie, possono essere superate ricorrendo alle nuove tecniche di pigmentazione naturale:
In particolare, quest’ultima tecnica è in grado di riprodurre i follicoli piliferi dei capelli restituendo, al malcapitato di turno in preda alla stempiatura, l’attaccatura dei capelli e la hairline di un tempo.
Nella dermopigmentazione, lo specialista che esegue il trattamento è il dermopigmentista.
Invece, se non è il dermopigmentista, quale specialista esegue il trattamento di micropigmentazione dei capelli?
Non è un medico, né un tatuatore, tantomeno un esperto di microblading.
Lo specialista che si occupa della tricopigmentazione è il tricopigmentista il quale, per eseguire alla perfezione ogni sessione di pigmentazione tricologica, si arma di competenze, professionalità, passione e precisione.
La sua attrezzatura tecnica è composta da:
Prima di procedere con la dermopigmentazione dei capelli, esamina il cuoio capelluto del cliente e verifica la sussistenza delle giuste condizioni, per eseguire il trattamento. Nei casi che ne necessitano, viene richiesto un tricogramma.
Accertato lo stato di salute del cuoio capelluto, Il tricopigmentista procede a disegnare l’attaccatura dei capelli con una matita di cera. Dopo aver definito la hairline più adatta, programma la prima sessione, raccomandando al cliente alcuni comportamenti da seguire prima della sessione di tricopigmentazione dei capelli.
Essere esperti di tricopigmentazione non vuol dire solo aver studiato tanto ma serve molto di più. Bisogna avere tanta esperienza ed altrettanti casi di successo “dimostrabili” ma non è tutto qui.
Purtroppo, ogni giorno spuntano tatuatori, parrucchieri ed esperti di microblading che si improvvisano specialisti della materia quando, invece, il tatuaggio nella cute ed il permanent makeup sul viso sono totalmente diversi dalla tecnica di tricopigmentazione.
La trico (o dermopigmentazione capelli) sfrutta un innesto che penetra meno in profondità del tatuaggio, ovvero nel secondo strato della cute del cuoio capelluto, mentre i pigmenti impiegati sono asettici e biocompatibili e possono essere permanenti o semipermanenti.
L’innesto dovrebbe essere leggero, progressivo ed armonioso.
Inoltre, prima di sottoporre il paziente alla tecnica, il tricopigmentista deve effettuare un checkup del cuoio capelluto per verificare la presenza di eventuali dermatiti seborroiche od altre patologie della cute e progettare l’hairline del paziente con il metodo free hands.
Altra peculiarità fondamentale, l’abilità di evitare che i dots (i puntini) innestati si possano dilatare nel tempo. Questo può essere dimostrato dalle foto o dai video dei casi di successo dei pazienti soddisfatti a distanza di anni e da eventuali casi dal vivo.
Poi, la fase di consulto unita alle modalità di approccio iniziale al paziente ed all’ambiente di lavoro completano il tricopigmentista. Tutti questi punti messi insieme distinguono i tricopigmentisti dagli improvvisati.
Per diventare tricopigmentisti bisogna seguire corsi di specializzazione, studiare ed esercitarsi parecchio. Oltre ai casi di alopecia, vi sono quelli di stempiatura femminile, diradamento e cicatrici per trapianto di capelli.
Ogni casistica possiede delle peculiarità e dipende da una tecnica specifica. Nei casi di trapianto di capelli, la tricopigmentazione può perfezionare il risultato ottenuto con il trapianto follicolare, coprendo le cicatrici lasciate dopo l’intervento.